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La Chapélo dë Samicoulàou
La Cappella riporta, incisa sull’esterno della fiancata est, la data 1897, anno in cui è stata restaurata a nuovo. La tradizione, tramandata di generazione in generazione vuole che qui sia sorta la prima chiesa parrocchiale di Ostana. Questa tesi sembra più che plausibile se, sempre sulla base di testimonianze orali, pensiamo che Ostana è stata costruita “Da sopra in giù” Chafriëtto ci fa notare “… poi sapete da dove sono venuti? di sopra in giù, hanno formato la parrocchia là a S. Nicolao…”.
Dal Quaderno di Ostana n. 4, pag. 28
La Cappella riporta, incisa sull’esterno della fiancata est, la data 1897, anno in cui è stata restaurata a nuovo. La tradizione, tramandata di generazione in generazione, vuole che qui sia sorta la prima chiesa parrocchiale di Ostana. Una conferma ufficiale ci viene da un documento del 1839, la supplica avanzata al Vescovo dagli allora rettori della Cappella i quali, chiedendo il permesso di poter celebrare la festività del Santo anche per quell’anno, nell’ultima domenica di agosto in quanto a novembre, giorno ufficiale di San Nicolao, fanno rimarcare che la popolazione è molto scarsa poiché “… nel Canavese a pettinar canapa…”. Per meglio perorare la causa, esse sottolineano che “… la suddetta cappella fu la prima chiesa parrocchiale eretta in questi contorni dopo l’invasione dei Calvinisti, per ivi raddunarsi a celebrare le Sacre funzioni, e seppellire i cadaveri dei loro morti, come ben puosi rilevare dai residui monumenti, e dalle reliquie ceneri di quei antichi defunti…”.
[…] La Cappella, ombreggiata da un grosso faggio e posizionata su uno sperone di roccia, è provvista di una minuscola campana, mentre all’esterno di una casa, di Miriquiri, si trova quella di dimensioni più grandi che reca inciso sul bordo “S. Nicolao 1884”. Il motivo per cui la campana sia stata qui posizionata viene ricondotto sia alla maggior comodità nell’usufruire della stessa quale richiamo della popolazione, sia perché, pare, che quella precedente fosse stata asportata dai choiou (soprannome degli abitanti di Oncino).
Ancora oggi nella cappella si celebra la festività di S. Michele la seconda domenica di maggio e la festività di S. Nicolao la terza di agosto.
Mentre la festa di S. Michele consiste nella sola celebrazione dei riti religiosi, ad agosto si è mantenuta la tradizione del falò sulle Roche dë Samicoulaou alla vigilia e del ballo nel pomeriggio della domenica.
Samicoulàou
Dall’Atlante Toponomastico
fs 1420 m 20-H2
Altre denom: Samicoulàou
“La cappella di San Nicolao”
Cappella edificata in onore dell’omonimo Santo su un ripiano roccioso, a monte dei Pasquìe. È caratterizzata dalla presenza di un vecchio faggio cresciuto davanti al suo ingresso. Le pareti interne sono state recentemente restaurate e sul lato est è dipinta la data 1896-1897.
La festività di San Nicolao, un tempo celebrata la penultima domenica di agosto, da tempo viene ormai commemorata la seconda domenica di maggio, unitamente alle celebrazioni per San Michele. La tradizione ostanese vuole che la cappella sia stata la prima chiesa parrocchiale di Oustano e che nella zona circostante fosse sistemato l’antico cimitero. Con certezza si sa però solamente che il 26 ottobre 1351 l’edificio venne affidato ad un certo don Pietro Venellono di Barge e che durante la peste del 1480 venne utilizzato come lazzaretto.
La Vio dë Sarlichart
Dall’Atlante Toponomastico
fs 1440 m 20-F5
“La strada di Sarlichart”
Ampia strada vicinale pianeggiante, un tempo molto frequentata e tuttora in buono stato di conservazione, che attraversa l’omonima località, da dove prosegue con la denominazione Viôl dal Pont. È delimitata in gran parte da muri di sostegno e contenimento in pietra, che sono in alcuni tratti crollati in seguito all’infittirsi delle radici degli alberi e degli arbusti. Poco più ad est del Béc dë lh’Acasét, alcune lunghe sbarre in legno opportunamente disposte, impedivano al bestiame che transitava lungo questo tracciato di cadere nel sottostante dirupo.
La buona percorribilità, l’attraversamento di un incantevole boschetto e lo sbocco su una sella panoramica, da cui si ammirano gli alti pascoli di Oustano, rendono questa strada una delle più suggestive della zona, particolarmente adatta ad un riposante escursionismo.
L’appellativo si riferisce al primo tratto di un percorso che, complessivamente trascritto come Strada Vicinale dei Vitoni sui Fogli di Mappa XIV, XV, XVI e XVII del Comune di Ostana, nell’uso locale e a seconda delle località di volta in volta raggiunte, assume tre diverse denominazioni: Vio dë Sarlichart, Viôl dal Pont e Vio di Mort.
La Vio da Carlo
Dall’Atlante Toponomastico
fs 20-C4-D4
“La strada (delle Mèire) da Carlo”
Strada attualmente in disuso perché scomparsa sotto la cotica erbosa. Dopo aver attraversato una zona arida e rocciosa, occupata principalmente dal brugo e di proprietà comunale, giungeva nelle vicinanze delle Mèire da Carlo, permettendo il collegamento con Sarlichart e Pont.
Proseguimento della Vioda Mèiro dë Fouo, il percorso continuava con la denominazione Draio da Gravëllo.
Il percorso è denominato Strada Vicinale della Ciarma sul Foglio di Mappa XVII del Comune di Ostana.
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