I Nais

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    Ricostruzione di parte della pesta della canapa di Ostana.

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    Data sul muro dell'antico batticanapa di Ostana.

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    Pettini e fibra di canapa.

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    Coperte e lenzuola di canapa.


Il nais era una pozza dove scorreva continuamente poca acqua. Solitamente si trovava in prossimità di una sorgente o di un ruscello da cui poter estrarre acqua, ma anche in prossimità delle borgate.
Lo stesso maceratoio veniva utilizzato da più famiglie contemporaneamente: per distinguere la canapa appartenente ai diversi proprietari, si disponevano diversi strati oppure si indicavano le fascine con nastri di diversi colori. Dopo 20/30 giorni, le fascine venivano estratte dall’acqua e messe ad asciugare contro un muro. Infine si portavano a casa.
Fisine unno su së l’àoutro, pé butavën dë pèire su quë le tënëssën aval quë l’àogo ané su, së no l’àigo ou dëstëravo; char quë lhi sie l’àigo courënt.
Fascine una sull’altra, poi mettevamo delle pietre sopra che le tenessero giù, che l’acqua le ricoprisse, altrimenti l’acqua le sollevava; deve esserci acqua corrente.

Butavën magaro dui ou tre ënt ‘ën mais, lhi marcavën: un lou butavën magaro parélh, l’àoutre butavo parélh, dë travè, alouro sabìën, lou miou ar l’éro për lonc, lou siou dë travè.
Mettevamo magari due o tre in un maceratoio, le segnavamo: uno lo metteva magari così, l’altro metteva così, perpendicolarmente, allora sapevamo, il mio era verticale, il suo orizzontale.

Cont lou gavavën dai nais al fiairavo qu’al ëmpëstavo, propi n’oudour! Març!
Quando lo toglievamo dai maceratoi puzzava da matti, proprio una puzza! Marcio!

La coltivazione della canapa
Non si sa con esattezza quando si sia iniziato a coltivare la canapa ad Ostana, ma si sa per certo che è stata coltivata sino all’inizio del Novecento; la produzione è poi diminuita nel primo dopoguerra per riprendere, per uso familiare, negli anni ’40 a causa delle difficoltà nel reperimento delle fibre tessili. Cessò poi definitivamente dopo la guerra con la ripresa dei commerci e la maggior convenienza ad acquistare tessuti già pronti o abiti confezionati.

Ad Ostana la semina avveniva in primavera, nel mese di maggio, ad una quota inferiore ai 1400 m, su terreni fertili e assolati. Ogni famiglia ne coltivava un piccolo appezzamento, talvolta con rotazione delle colture.

Giunte a maturazione, le piante venivano sradicate e private delle foglie; messi da parte i semi, i fusti venivano riuniti in fastelli e poi portati al maceratoio:
Lou dërixavën, faxìën tout dë fai, përqué ar l’éro àout né, al vënìo àout pì dë dui metre, dui metre e méç, faxìën dë fai da pouélou pourtà, e pé lou butavën ënt i nais. Vért, vért, coumo lou gavavën lou butavën ënt al nais.
Lo sradicavamo, facevamo dei fasci, perché era alto, veniva alto più di due metri, due metri e mezzo, facevamo dei fasci da poterlo trasportare, e poi lo mettevamo nei maceratoi. Verde, verde, appena lo toglievamo lo mettevamo nel maceratoio.

I Nais

Toponimo: mp 1390 m 19-L5-L6

“I maceratoi”
Ampie conche alla confluenza della Vio dë Sout con la Vio dë Samicoulàou, ricavate da alcune polle sorgive, dove per quaranta giorni venivano lasciati macerare i fusti della canapa appena tagliati. Delimitate da “lose”, misurano circa un metro di larghezza e due metri e cinquanta centimetri di lunghezza. La fitta vegetazione, costituita prevalentemente da giunchi, crescioni e biancospini, ne sta progressivamente cancellando le tracce.

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